| IO E LA MIA ARTE
Mi è molto difficile parlare della mia arte, non perché penso non ci sia nulla da dire o non sia in grado di farlo; mi è difficile perché se devo raccontare delle mie opere non posso fare a meno di riferire pezzi della mia vita, di andare a scavare nel pensiero, del mio modo di vivere la vita e sovente mettere a nudo i sentimenti più intimi.
Mi è più facile raccontare un mio dipinto quando mi viene richiesto, perché se uno spettatore è spinto dal desiderio di sapere come è stata concepita quell'opera, vuol dire che il mio quadro è andato oltre il soggetto raffigurato, ha suscitato un'emozione, negativa o positiva, comunque un'emozione; ecco che allora diventa un mio piacere cercare un contatto con l'altro nel tentativo di riuscire a coinvolgerlo, farlo entrare nel mio mondo, trascinarlo fino al momento in cui quell'immagine o quell'emozione ha generato in me la forza di fissarla su di una tela, usando i colori per dare vita ad un frammento della mia esistenza.
Anche quando dipingo solamente un paesaggio, non è mai solo la semplice descrizione di ciò che avevo davanti ma è il frutto di ore passate ad osservare i colori nelle diverse ore della giornata, di attimi in cui la natura ci regala i suoi improvvisi mutamenti, fissati nella mia mente e nella mia inseparabile macchina fotografica, "validissimo aiuto al nostro occhio" mentre i nostri sensi percettivi in quei momenti sono impegnati ad annusare l'aria, ad ascoltare il vento, ad immagazzinare dentro di noi tutte quelle emozioni che dovranno dare un'anima al quadro, quando, nel mio studio, dipingerò ,usando l'immagine fotografica come traccia di quel luogo per poi dare libero sfogo alle emozioni vissute, elaborate, immagazzinate nel mio dentro più profondo ed ora pronte a concretizzarsi con abiti nuovi,….dando vita a nuove emozioni, alle mie emozioni,
alla mia arte.
Mi sono chiesto molte volte, dove sia il punto in cui la realtà delle cose si sovrappone alla fantasia; ….mi chiedo perché, una margherita per molti è solo un piccolo fiore bianco: …per me invece può essere l'inizio di un percorso fantastico dove il mio pensiero corre lontano, incontra una ragazza a cui piacciono le margherite, le raccoglie, le mette in tre caraffe blu come quelle che io vidi un giorno d'estate sul davanzale di una casa in un paesino nel sud della Francia,…..e gioiosa ci regala il suo sorriso. …..eppure quel giorno i miei occhi si soffermarono a guardare delle semplici margherite.
Eccoci, a questo punto credo sia giunto il momento di aprirmi, rivelare fin dove sia possibile, " le mie due identità", quella di uomo e quella di artista.
Come uomo sono da sempre consapevole di essere diverso in tante, …troppe cose, se mi confronto con gli "altri" , fin da piccolo mentre gli altri giocavano col pallone, io ero rapito dai colori del cielo, dal vento che accarezzava i campi di grano facendolo ondeggiare tanto da sembrare un grande mare dorato, è logico che crescendo tutto ciò non si arresta ma anzi si amplifica, ed ora? : ora sono un uomo che non ama i compromessi, che vive la contemporaneità a volte con difficoltà, non mi piace questo modo superficiale di vivere, che ha la maggior parte della gente.
Non mi piace tutto questo pressappochismo, dove sembra che tutti sappiano fare tutto, dove tutti corrono……ma dove?, troppa gente nei bar, in giro per le strade con troppe bottiglie di birra in mano e poi via di corsa con automobili sempre più veloci, per andare dove?, nessuno ha più fiducia di nessuno, troppi davanti alla televisione, una televisione oramai succube del mercato e della politica, troppa, veramente troppa maleducazione, non vi è più rispetto dell'altro, conta troppo l'aspetto esteriore, essere alla moda, se ci confrontiamo con gli altri paesi europei ci accorgiamo di essere gli ultimi in tante cose: siamo quelli che leggono di meno, che ascoltano meno musica, che vanno poco a teatro, poco nei musei, chiese, città d'arte, mostre, ecc. ecc. senza parlare del degrado ambientale e del pochissimo senso civico.
Tutto questo non mi piace, … ed allora? - semplice, il progresso non ha prodotto solo cose brutte, e quindi mi prendo solo ciò che soddisfa il mio modo di essere artista, con i piedi ben saldi per terra ma che ama volare in spazi più ampi, mi piace stare con la gente ma adoro la solitudine, adoro essere circondato da una stretta cerchia di amicizie un po' fuori dall'ovvio, come me.
Vivo amando la vita anche quando non è generosa.
Vivo dell'affetto di chi mi vive accanto da più di 35 anni e che condivide con me le passioni, le gioie, le difficoltà, i successi ed i sogni.
Vivo del bene dei miei cari.
Vivo amando la natura quasi da farne parte come fossi un albero, il cielo, il mare, una montagna, un campo di grano o solo un semplice filo d'erba.
Vivo per l'arte, - La mia arte - come se fossi un funambolo in continuo equilibrio fra sogno e realtà.
Dipingere è dunque, per me un gesto naturale, ….non ho cercato io la pittura , è lei che è nata con me, anzi dentro me; certo poi questo dono va coltivato, ……..Ho così imparato a disegnare, ho studiato le tecniche, ho vagato per chiese, musei, e mostre per capire, per imparare, incontrare persone con cui condividere esperienze, passioni, e momenti sublimi scambiandoci le nostre emozioni davanti ad un'opera d'arte.
E' un cammino lungo, ed a volte mi è difficile capire ancora oggi, dove sia il punto in cui la mia vita diventa pittura …….. e dove la pittura diventa la mia vita.
Come definire la mia pittura? Da sempre mi ritengo un realista ma dopo l'incontro con il mio Maestro Federico von Rieger , mi sono innamorato dei maestri del 500 Italiani e Tedeschi e delle loro tecniche, così la pittura si è fatta più raffinata più tecnica senza nulla togliere alla fantasia ed alla spontaneità, anzi, essendo padrone di tutti i segreti di quell'arte posso esprimermi con maggiore forza espressiva passando dalle tinte soffuse con la tecnica delle velature ai colori più vibranti, più pastosi della pittura più moderna.
Sovente il mio realismo si spinge oltre, fino all'iperrealismo, alla ricerca quasi maniacale del dettaglio fino a sfidare la natura, rielaborandola, esagerandola per soddisfare la mia fantasia, la mia voglia di raccontare e di raccontarmi, sfiorando il surrealismo.
IL RITRATTO E......
L'arte di ritrarre il volto ci porta indietro nel tempo fino alle più antiche civiltà conosciute, ebbe il suo massimo splendore nel rinascimento fin tutto il 1800, poi con la diffusione della macchina fotografica perse lentamente la sua importanza.
Oggi potrebbe sembrare fuori moda un ritratto "dipinto" e limitativo per la fantasia di un pittore, è vero, in parte il pittore è legato alla ricerca della somiglianza ma poi è libero di indagare, e quindi cercare di capire il carattere attraverso le infinite sfumature espressive di cui è formato un volto.
……..IL VOLTO INVENTATO
E' meraviglioso potersi confrontare con un volto o un corpo, nato dalla mia fantasia, cresce dentro me, prende forma con semplici, istintivi e veloci tratti di matita, alla ricerca di un volto ideale, sognato, magari visto e rimasto in qualche cassetto della memoria, a volte è solo uno sguardo, una voce, un gesto, un sorriso, ………ed ecco che il pennello diventa solo uno strumento guidato dal mio inconscio, dalla mia irrefrenabile voglia di "creare", …..di rendere visibile ciò che è dentro me, di dare forma e colore ad un'emozione.
Mentre il volto prende forma nasce in me una strana curiosità, quasi una fretta di vederlo finito per poterlo incontrare, per vedere finalmente ciò che prima era solo fantasia.
Eccolo ora è davanti a me, non posso fare a meno di guardarlo, a volte mi sembra il ritratto di mille persone, oppure l'espressione colta in persone a me vicine e mi domando: " sarà in grado di comunicare ad altri ciò che IO ho dato a quella mia creatura?" …. forse specchio della mia anima,
………forse no.
DONGHI GIUSEPPE
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